lunedì 13 agosto 2012

INAUGURATA LA PARROCCHIA DI ARVAIHEER


Celebrazione Eucaristica
Lo scorso 17 giugno è stata per noi una data particolarmente significativa: la nostra piccola comunità cristiana di Arvaiheer infatti è diventata ufficialmente parrocchia della Prefettura Apostolica di Ulaanbaatar. Il vescovo Wenceslao Padilla ha desiderato questo inizio ufficiale della parrocchia in concomitanza con le celebrazioni per il ventennale della Chiesa nella terra di Gengis Khan. Solo nel 1992 infatti entravano in Mongolia i primi tre missionari cattolici, dopo che la Santa Sede aveva potuto ristabilire relazioni ufficiali con questo grande Paese dell’Asia centrale; veniva così a colmarsi un grande vuoto storico,  visto che passata l’esperienza nestoriana e le legazioni pontificie al tempo dei grandi Khaan medievali, non si avevano più avuto tracce di vita ecclesiale in queste terre. La nuova parrocchia, dedicata a Maria, Madre di Misericordia, è un segno di vitalità per questa giovanissima chiesa particolare e noi siamo molto grati al Signore per averci voluto parte di questo cammino di evangelizzazione, che continua con rinnovato entusiasmo.

Per noi concretamente questo cammino è iniziato nel 2006, quando ci siamo trasferiti ad Arvaiheer – capoluogo della provincia di Uvurkhangai. Dopo aver trascorso i primi tre anni (2003-2006) ad Ulaanbaatar per l’apprendimento della lingua e lo studio della realtà, ci siamo offerti di iniziare una nuova presenza laddove la Chiesa non si era ancora mai stabilita e il discernimento ci ha portati qui, a 430 km dalla capitale, dove finisce una delle pochissime strade asfaltate di tutto il Paese, ai bordi del deserto del Gobi. Abbiamo allora preso in affitto una locanda in paese ed avviato le trattative per l’ottenimento del permesso di svolgere attività religiose: si trattava di far comprendere alle autorità locali l’identità e la missione della Chiesa, oltre che di conoscere la situazione locale e stringere relazioni di amicizia e collaborazione. Dopo alterne vicende e svariati traslochi siamo finalmente giunti a Yagaan Tolgoi, il quartiere della “collina rosa”, ai margini del centro abitato, dove il comune nel 2008 ci ha assegnato un terreno per svolgere le nostre attività. Già dall’anno precedente, in un'altra zona dove ci era stato temporaneamente concesso di stare, avevamo iniziato ad incontrare la gente, radunare i bambini per il dopo scuola e offrire una semplice e discreta presenza di preghiera e fraternità. Fin dall’inizio abbiamo scelto di svolgere le nostre attività in alcune gher, le tradizionali tende in legno e feltro da sempre utilizzate come dimora dai pastori mongoli. Sul nuovo terreno abbiamo anche potuto costruire una casa in mattoni, che in questi mesi stiamo ampliando per poter accogliere il crescente numero di persone che chiedono di venire a trascorrere qualche tempo con noi missionari e missionarie della Consolata. L’ampliamento prevede anche una sala per la catechesi e le svariate attività formative che offriamo. In questi anni intanto si è formato un piccolo gruppo di catecumeni, che a cominciare dal 2010 hanno ricevuto il battesimo.
Il 17 giugno dunque, in un clima semplice di gioia, il vescovo è venuto a presiedere l’eucaristia domenicale e a consegnarci l’atto ufficiale che sancisce l’inizio della nuova parrocchia; il testo, “dato presso la gher-chiesa dedicata a Maria, Madre di Misericordia”, reca la data del 20 giugno 2012: è infatti alla Consolata che affidiamo questa nuova famiglia di credenti, che la Chiesa ora riconosce ufficialmente e a cui consegna il mandato di annunciare il vangelo e renderlo sempre più vivo nei cuori di chi già crede. La festa era iniziata il giorno prima, al suono degli strumenti musicali tradizionali di un gruppo di artisti locali, che nella nostra gher dedicata alle attività ricreative avevano offerto un piccolo concerto al vescovo e a un ristretto numero di ospiti giunti dalla capitale; a festeggiare la nuova parrocchia c’erano anche la Madre Generale delle Missionarie della Consolata, Sr. Simona Brambilla e la consigliera Sr. Cecilia Pedrosa, che nei giorni precedenti avevano potuto conoscere direttamente la vita della nostra comunità ed offrire le loro riflessioni durante la novena della Consolata.
Dopo la messa il vescovo ha anche benedetto una statua della Consolata, fattaci arrivare direttamente da Torino per il gentile interessamento dei nostri confratelli (soprattutto p. Carlo Garrone e p. Michelangelo Piovano). E’ protetta da una nicchia posta al centro del nostro terreno, ben visibile a chiunque vi entra e realizzata dalla nostra gente, che nelle scorse settimane si è data un gran da fare a raccogliere pietre di varie dimensioni, prodigandosi per dare degna dimora alla statua; hanno persino preso alcune zolle di prato dal fiume per trapiantarle intorno al pilone e renderlo così il più bello possibile. In una terra resa molto secca dai rigidi inverni ventosi e dalla vicinanza del deserto, è un segno molto bello vedere un piccolo fazzoletto di prato verde! Anche questo aiuterà a trovare attraverso Maria l’acqua viva.
Nell’omelia il vescovo ha incoraggiato la piccola comunità a continuare in questo stile semplice di testimonianza e annuncio, tradotto in segni concreti di carità e compassione. Ha inoltre sottolineato una caratteristica del nostro apostolato: quella di viverlo in comunione, missionari e missionarie che condividono gioie e fatiche, manifestando in modo più completo la missione della Chiesa. È quanto intendiamo continuare a vivere, sperimentandone tutta la ricchezza.

p. Giorgio Marengo

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