Celebrazione Eucaristica |
Lo scorso 17 giugno è stata per noi una data
particolarmente significativa: la nostra piccola comunità cristiana di
Arvaiheer infatti è diventata ufficialmente parrocchia della Prefettura
Apostolica di Ulaanbaatar. Il vescovo Wenceslao Padilla ha desiderato questo
inizio ufficiale della parrocchia in concomitanza con le celebrazioni per il
ventennale della Chiesa nella terra di Gengis Khan. Solo nel 1992 infatti entravano
in Mongolia i primi tre missionari cattolici, dopo che la Santa Sede aveva
potuto ristabilire relazioni ufficiali con questo grande Paese dell’Asia
centrale; veniva così a colmarsi un grande vuoto storico, visto che passata l’esperienza nestoriana e le
legazioni pontificie al tempo dei grandi Khaan medievali, non si avevano più
avuto tracce di vita ecclesiale in queste terre. La nuova parrocchia, dedicata
a Maria, Madre di Misericordia, è un segno di vitalità per questa giovanissima
chiesa particolare e noi siamo molto grati al Signore per averci voluto parte
di questo cammino di evangelizzazione, che continua con rinnovato entusiasmo.
Il 17 giugno dunque, in un clima semplice di
gioia, il vescovo è venuto a presiedere l’eucaristia domenicale e a consegnarci
l’atto ufficiale che sancisce l’inizio della nuova parrocchia; il testo, “dato
presso la gher-chiesa dedicata a Maria, Madre di Misericordia”, reca la data
del 20 giugno 2012: è infatti alla Consolata che affidiamo questa nuova
famiglia di credenti, che la Chiesa ora riconosce ufficialmente e a cui
consegna il mandato di annunciare il vangelo e renderlo sempre più vivo nei
cuori di chi già crede. La festa era iniziata il giorno prima, al suono degli
strumenti musicali tradizionali di un gruppo di artisti locali, che nella
nostra gher dedicata alle attività
ricreative avevano offerto un piccolo concerto al vescovo e a un ristretto
numero di ospiti giunti dalla capitale; a festeggiare la nuova parrocchia
c’erano anche la Madre Generale delle Missionarie della Consolata, Sr. Simona
Brambilla e la consigliera Sr. Cecilia Pedrosa, che nei giorni precedenti
avevano potuto conoscere direttamente la vita della nostra comunità ed offrire
le loro riflessioni durante la novena della Consolata.
Dopo la messa il vescovo ha anche benedetto
una statua della Consolata, fattaci arrivare direttamente da Torino per il
gentile interessamento dei nostri confratelli (soprattutto p. Carlo Garrone e
p. Michelangelo Piovano). E’ protetta da una nicchia posta al centro del nostro
terreno, ben visibile a chiunque vi entra e realizzata dalla nostra gente, che
nelle scorse settimane si è data un gran da fare a raccogliere pietre di varie
dimensioni, prodigandosi per dare degna dimora alla statua; hanno persino preso
alcune zolle di prato dal fiume per trapiantarle intorno al pilone e renderlo
così il più bello possibile. In una terra resa molto secca dai rigidi inverni
ventosi e dalla vicinanza del deserto, è un segno molto bello vedere un piccolo
fazzoletto di prato verde! Anche questo aiuterà a trovare attraverso Maria
l’acqua viva.
Nell’omelia il vescovo ha incoraggiato la piccola
comunità a continuare in questo stile semplice di testimonianza e annuncio,
tradotto in segni concreti di carità e compassione. Ha inoltre sottolineato una
caratteristica del nostro apostolato: quella di viverlo in comunione,
missionari e missionarie che condividono gioie e fatiche, manifestando in modo
più completo la missione della Chiesa. È quanto intendiamo continuare a vivere,
sperimentandone tutta la ricchezza.
p. Giorgio Marengo
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